Costi Partita IVA: apertura, tasse, contributi, chiusura

Quali sono tutti i Costi di una Partita IVA? Quanto costa aprire una Partita Iva? E chiuderla? Quali sono tutto i contributi da versare?
Continua a leggere per sapere di più!

Prima di diventare un professionista freelance o aprire un e-commerce, c’è un punto che devi assolutamente considerare: i Costi della Partita IVA.

Lo sappiamo tutti molto bene: la partita IVA è costosa – o, almeno, così sembrerebbe. In realtà, le tasse da pagare non sono poi così più elevate rispetto a quelle che pagheresti da dipendente, solo sono più “evidenti”.

In questo articolo ti spiego tutto ciò che devi sapere sui costi della partita IVA prima di aprirne una: quali sono, a quanto ammontano e fino a che punto conviene sostenerli.

Se deciderai di aprire Partita IVA poi ti consiglio di affidarti al mio commercialista online: Fiscozen.
Sarai guidato in tutte le fasi della tua attività ai prezzi più bassi sul mercato.

Costi Partita IVA: quali sono?

Punto primo: quali sono i costi della partita IVA?

Tra i costi da tenere in considerazione ci sono:

  • costi di apertura (nel caso dei libri professionisti l’apertura della Partita IVA è sempre gratuita. Più avanti approfondiremo questo discorso);
  • costi di gestione (cioè il commercialista e gli extra come le marche da bollo e simili);
  • tasse, imposte e contributi da pagare, che variano in base al regime utilizzato e al codice ATECO;
  • costi di chiusura, in caso volessi cessare l’attività.

Come sempre, quando si tratta di partita IVA, ti consiglio di rivolgerti al team di Fiscozen, che ti aiuterà a comprendere i costi, a semplificare tutte le pratiche e a gestire la partita IVA.

Ecco a quanto ammontano i costi:

Costi apertura partita IVA

lavorare con il laptop

Iniziamo dall’inizio: l’apertura della Partita IVA (per i liberi professionisti questo costo non c’è. La Partita IVA può essere aperta gratuitamente).

All’apertura della tua Partita IVA, infatti, puoi essere inquadrato come:

  • professionista con obbligo di iscrizione all’albo. Questo è vero per: architetti, ingegneri, geometri, avvocati, notai, contabili, giornalisti, professionisti nel campo sanitario (medici, specialisti, biologi, infermieri, farmacisti, chimici e così via) eccetera;
  • professionista senza iscrizione all’albo. Mel caso delle seguenti professioni: fotografo, copywriter, programmatore, web designer e via dicendo;
  • ditta individuale artigianale o commerciale, che include tutti i negozi (inclusi gli e-commerce) e le attività produttive artigianali (pulizie, cura della persona, lavanderie, attività agricole, attività turistiche, ristorazione ecc…).

Libero professionista

Per i professionisti di qualsiasi tipo l’apertura della partita IVA è sempre gratuita.

Per quelli che necessitano di iscriversi a un albo professionale, è previsto il pagamento di una tassa governativa da pagare una tantum alla prima iscrizione, e di una quota annuale di iscrizione all’albo, di importo variabile e definito dall’Ordine del territorio di appartenenza.

Le pratiche di apertura della partita IVA includono:

  • l’individuamento del codice ATECO di riferimeno;
  • la compilazione l’invio del modulo AA9/12 all’Agenzia delle Entrate;
  • l’iscrizione alla Gestione previdenziale, che sarà l’INPS per i professionisti non iscritti all’albo e la cassa di riferimento del proprio ordine per quelli iscritti a un albo professionale.

ATTENZIONE:

Molti commercialisti, per occuparsi di queste pratiche, chiedono una tariffa aggiuntiva rispetto a quella pattuita per i propri servizi.

Fiscozen invece include il servizio di apertura partita IVA per liberi professionisti nel prezzo del suo abbonamento annuale: non dovrai spendere niente in più rispetto al costo dell’abbonamento.

Ditta individuale

tatuatore a lavoro

Le ditte individuali rappresentano tutte le attività commerciali o artigianali diverse da quelle professionali: negozi, e-commerce, parrucchiere, estetista, tatuatore, attività agricole, lavanderia, costruzioni, trasporti di merci e di persone, attività domestiche, pulizie, insegnamento e ripetizioni, bar, ristorante, strutture ricettive eccetera.

L’apertura di una ditta individuale è più complessa perché include:

  • compilazione e invio della pratica Comunica per aprire P.IVA:
  • iscrizione a pagamento alla Camera di Commercio o all’albo artigiani;
  • apertura delle posizioni previdenziali INPS e INAIL;
  • invio della pratica SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al comune.

Questo richiede innumerevoli marche da bollo e l’iscrizione alla Camera di Commercio, che è a pagamento e include sia una quota iniziale da pagare solo alla prima iscrizione che una quota annuale.

Anche in questo caso puoi affidarti a Fiscozen, che preparerà e invierà tutta la modulistica necessaria al prezzo di 200€+IVA, incluse marche da bollo e iscrizione annuale alla Camera di Commercio.

Partita IVA Tasse Annuali

Veniamo ora a quello che è l’argomento più spinoso di tutti: i costi partita IVA per tasse e contributi.

La quantità di tasse e imposte da versare dipende da vari fattori, in primis dal regime che sceglierai di adottare: forfettario o ordinario.

Ecco quali sono le differenze nei costi partita IVA per i due diversi sistemi.

Regime Forfettario

costi della partita iva e fatturazione

Il regime forfettario è attualmente l’unico regime di partita IVA agevolato. Puoi usufruirne se:

  • dall’attività che svolgi con la tua P.IVA generi un reddito annuale inferiore a 65.000€;
  • hai un lavoro dipendente o una pensione inferiori ai 30.000€;
  • se hai dipendenti o collaboratori, la spesa annuale per pagarli è inferiore a 20.000€.

Se soddisfi questi requisiti, hai diritto a un sistema agevolato con cui puoi emettere fatture esenti da IVA e che prevede soltanto il pagamento annuale di:

  • un’imposta sostitutiva sul reddito imponibile pari al 15% (o, se sei una start up, al 5% per i primi 5 anni);
  • i contributi previdenziali, pari al 26,23% del reddito imponibile.

Il reddito imponibile si calcola in base al coefficiente di redditività, stabilito dal codice ATECO della tua P.IVA. In pratica, a ogni attività corrisponde una percentuale di guadagno che non viene tassata e che dovrebbe coprire le spese sostenute per l’attività (materiali, servizi, rifornimenti ecc…).

Il vantaggio è che, con questo regime, non è necessario pagare l’IVA sulle singole fatture né l’IRPEF a fine anno, ma solo ed esclusivamente l’imposta sostitutiva di reddito, che è comunque più bassa dell’aliquota minima prevista dagli scaglioni IRPEF.

Quindi, a quanto ammontano tasse e contributi per una partita IVA forfettaria? Vediamo subito un esempio.

Immagina di essere un social media manager e di aver aperto la tua attività un anno fa, dunque vieni inquadrato come una start up. A fine anno hai fatturato 20.000€. Per le attività come la tua, il codice ATECO di riferimento prevede un coefficiente di redditività del 78%: il tuo reddito imponibile, su cui verranno calcolati tasse e contributi, è quindi pari a 15.600€, mentre il restante 22% non verrà tassato. Su questi 15.600€ dovrai pagare:

  • il 5% di imposta sostitutiva sul reddito, pari a 780€;
  • il 26,23% di contributi INPS, pari a 4090€ circa.

In totale, quindi, pagherai circa 4870€ l’anno di tasse e contibuti, che dovrai pagare in due rate annuali tramite F24, che Fiscozen precompilerà per te.

A questo importo vanno aggiunte le marche da bollo che bisogna apporre su ogni fattura di importo superiore a 77,47€ (e che comunque puoi scegliere di addebitare al tuo cliente).

Ovviamente, le attività che prevedono spese di gestione importanti hanno un coefficiente di redditività molto più basso, come puoi vedere nella tabella [1]:

Tipologia di attivitàCoefficiente di redditività
Commercio all’ingrosso e al dettaglio, e-commerce40%
Industria e commercio di alimenti e bevande, anche ambulante40%
Servizi di alloggio e ristorazione40%
Commercio ambulante di beni non alimentari54%
Intermediari del commercio62%
Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi78%
Costruzioni e attività immobiliari86%
Altre attività economiche (include servizi per la persona come parrucchiere ed estetiste, lavanderie, riparazioni, servizi di pulizia, artisti ecc…)67%

Ecco perché è importantissimo individuare il codice ATECO giusto per la propria attività.

Regime Ordinario

commercialista online per partita iva

Il regime ordinario cambia le carte in tavola e fa lievitare i costi partita IVA.

Innanzitutto, dovrai applicare l’IVA del 22% su ogni fattura, aumentando di conseguenza il prezzo che il cliente andrà a pagare per la tua prestazione.

Oltre a versare l’IVA, dovrai pagare i contributi INPS e le tasse sul reddito annuo, da cui potrai scaricare le spese documentate di gestione della tua attività, basandoti sugli scaglioni di reddito che prevedono:

  • il 23% su redditi fino a 15.000€;
  • il 25% sui redditi compresi tra 15.000€ e 28.000€;
  • il 53% sui redditi tra 28.000€  e 50.000€;
  • il 43% sui redditi superiori a 50.000€.

Torniamo all’esempio precedente: sei un social media manager che ha fatturato 20.000€. Innanzitutto, da questo importo potrai sottrarre le spese sostenute e documentate, ad esempio la connessione internet e l’abbonamento ad alcuni software. Facciamo finta che queste spese ammontino a 4400€: dovrai pagare le tasse sui restanti 15.600€. Su questi 15.600€ dovrai pagare:

  • il 26,23% di contributi INPS, pari a circa 4090€;
  • l’IRPEF a scaglioni, per un totale di 3600€:
    • il 23% sui primi 15.000€ guadagnati, pari a 3450€;
    • il 25% su 600€, pari a 150€.

In totale, quindi, dovrai pagare 7690€ in dichiarazione dei redditi, la cui compilazione è inclusa nell’abbonamento annuale di Fiscozen.

Per questo esempio ho utilizzato le stesse cifre che ti avevo mostrato nell’esempio relativo al regime forfettario per farti notare quanto convenga quest’ultimo, qualora tu abbia i requisiti per beneficiarne. A parità di imponibile, se i contributi previsti sono gli stessi, le tasse da pagare in regime ordinario sono nettamente maggiori in quanto partono dal 23%, contro il 15% del forfettario: dunque, a meno che tu non superi i 65.000€ annui, conviene sempre l’uso di un regime forfettario.

In ogni caso, i consulenti di Fiscozen sapranno cosa consigliarti durante la prima chiamata di consulenza gratuita e senza impegno.

Costi partita IVA: gestione della P.IVA

Veniamo ora alla gestione della partita IVA.

Qualunque sia il tuo inquadramento fiscale, il tuo codice ATECO o il regime di riferimento, dovrai creare e numerare le fatture, fare la dichiarazione dei redditi annuale, soddisfare i vari adempimenti previsti per legge. Nel caso delle partite IVA con regime ordinario, sarà necessario anche registrare le fatture e versare l’IVA.

A meno che tu non sia un contabile, è praticamente impossibile gestire tutto da soli e bisogna affidarsi a un commercialista, il cui costo in media va dai 400€ ai 1000€ annui per i forfettari agli oltre 1000€ annui per le partite IVA ordinarie.

Anche in questo caso, mi sento di consigliarti Fiscozen: l’abbonamento annuale costa 299€+IVA per i forfettari e 799€+IVA per le partite ordinarie e comprende:

  • l’apertura della P.IVA per professionisti;
  • una piattaforma ti permette creare le fatture (anche elettroniche), monitorare l’andamento della tua attività, conservare e ricevere modulistica e documenti, tenere sotto controllo scadenze e adempimenti;
  • la dichiarazione dei redditi annuale;
  • un consulente fiscale dedicato.

Quanto costa chiudere partita IVA?

La chiusura della partita IVA è gratuita per i liberi professionisti, e avviene tramite la compilazione e dell’invio all’Agenzia delle Entrate dello stesso modello previsto per l’apertura.

Per le ditte individuali, invece, bisogna chiedere la cessazione di ditta individuale. ll servizio, con Fiscozen, costa 150€+IVA.

Ricapitolando: Costi Partita IVA in un anno

In pratica, in un anno, quali sono in media i costi partita IVA?

Non è possibile fare una stima generica che funzioni per tutti perché, come è giusto che sia, le tasse e i contributi vengono calcolati a seconda dei ricavi e del tipo di professione svolta.

Ma proverò a farti un esempio.

Secondo Business Online, il reddito medio tra le partite IVA è di 24.000€ per le donne e 43.000€ per gli uomini [2], dunque la media italiana si assesta sui 33.000€ annui. Prendendo ad esempio gli innumerevoli codici ATECO con un coefficiente di redditività del 78% e un regime forfettario avviato da meno di 5 anni, avremo una spesa annua pari a:

Contributi previdenziali6750€
Imposta sostitutiva1287€
gestione contabile con Fiscozen, inclusa l’apertura della partita IVA e la dichiarazione dei redditi365€ IVA inclusa
Totale8400€ l’anno (circa)

Calcola che, se lavori come dipendente, le tasse e i contributi che paghi e vengono calcolati direttamente in busta paga non sono poi così lontani da quelli previsti per una partita IVA. L’unica differenza è che quelli calcolati in busta paga passano inosservati, mentre quando vai a compilare l’F24 li hai davanti agli occhi.

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