Vorresti Aprire Partita IVA Agricola? Ecco tutte le informazioni di cui hai bisogno!
Le persone che decidono di aprire Partita IVA Agricola stanno aumentando: sia perché in molti, anche giovani, decidono di tornare a uno stile di vita che si sta perdendo, che perché questo tipo di partita IVA permette di lavorare in vari ambiti.
Se anche tu vuoi aprire partita IVA agricola, continua a leggere: in questo articolo ti spiegherò tutto ciò che devi sapere prima di farlo: requisiti, costi, tasse, codici ATECO, regimi.
Aprire partita IVA agricola: che significa?
Aprire una partita IVA agricola significa diventare un imprenditore agricolo, cioè una persona che esercita stabilmente un’attività agricola di impresa.
Che cos’è un’impresa agricola?
Una partita IVA agricola copre una varietà di tipologie di attività agricole: coltivazione del fondo, allevamento di animali, acquacoltura, silvicoltura, caccia, pesca, e tutte le attività connesse a queste attività, come la commercializzazione, la conservazione, la cura e la trasformazione dei prodotti agricoli.
Facciamo un esempio: hai un terreno che coltivi regolarmente, degli animali da cortile e una bella cascina da ristrutturare. Avrai bisogno della partita IVA agricola per:
- vendere i pomodori che hai coltivato;
- vendere le uova delle tue galline;
- produrre e vendere la marmellata ricavata dalle arance del tuo frutteto, o l’olio dei tuoi ulivi;
- produrre e vendere il formaggio che produci dal latte delle tue capre;
- trasformare la cascina in un agriturismo in cui ospitare dei clienti;
- arare il terreno di un’altra persona con i tuoi mezzi agricoli o occuparti della potatura delle sue piante.
Chi può aprire Partita IVA agricola? I requisiti
Mentre chi effettua lavori agricoli saltuari (ad esempio se ti dedichi esclusivamente alla raccolta delle olive per conto di terzi una volta l’anno) possono avvalersi della ricevuta di prestazione occasionale, per effettua lavori agricoli stabilmente è necessario aprire partita IVA agricola e diventare imprenditore agricolo.
L’imprenditore agricolo si distingue in 3 diverse figure:
- coltivatore diretto,
- imprenditore professionista,
- imprenditore non professionista.
In tutti e tre i casi, l’attività di impresa è svolta in modo abituale e continuativo: quindi, per la legge, è obbligatorio aprire partita IVA agricola.
Coltivatore diretto
Il coltivatore diretto è colui che, in qualità di proprietario, affittuario o usufruttuario del fondo, svolge le attività agricole di cui ti parlavo nel paragrafo precedente (coltivazione, allevamento, silvicoltura, trasformazione e vendita dei prodotti ecc…) per almeno 104 giorni l’anno, e coprendo con esse il lavoro necessario ad almeno un terzo del fabbisogno del fondo.
Quindi, ad esempio, se hai un fondo agricolo di tua proprietà o in affitto a cui dedichi (da solo o con la tua famiglia) almeno un centinaio di giorni l’anno provvedendo a un terzo dei lavori agricoli necessari, sarai definito come coltivatore diretto.
Imprenditore agricolo professionista
L’imprenditore agricolo professionista (IAP), per figurare tale, deve:
- dedicare alle attività agricole almeno il 50% del suo tempo;
- ricavare almeno il 50% del suo reddito dall’agricoltura;
- svolgere questa attività continuativamente da almeno 3 anni.
Torniamo all’esempio precedente: hai questo fondo da cui proviene almeno metà del tuo reddito, e passi la maggior parte del tuo tempo a lavorarci da più di 3 anni. In questo caso, puoi diventare imprenditore agricolo professionista.
Per aprire una società agricola, è necessario che almeno uno dei soci sia uno IAP.
Imprenditore agricolo non professionista
Infine, l’imprenditore agricolo non professionista è colui che si dedica stabilmente all’agricoltura ma non ha i requisiti previsti per diventare professionista.
Quindi, se dedichi molto tempo all’agricoltura e hai anche un certo ricavo ma hai iniziato da pochi mesi, sarai un imprenditore agricolo non professionista.
Come aprire partita IVA agricola
Per aprire partita IVA agricola è necessario aprire un’impresa o un’azienda agricola.
Il modulo per aprire partita IVA agricola è ComUnica, che va compilato e consegnato all’Agenzia delle Entrate o alla Coldiretti. Bisogna aprire le posizioni previdenziali INPS e INAIL e iscriversi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio. Imprese agricole e coltivatori diretti devono iscriversi in una sezione speciale. Per ottenere il titolo di IAP bisogna compilare anche dei moduli aggiuntivi, che trovi sia sul sito dell’Agenzia delle Entrate che sul quello della Coldiretti.
Per aprire la tua impresa agricola, ti consiglio di rivolgerti a Fiscozen. Il servizio di apertura di una ditta individuale costa 200€ + IVA e include:
- la consulenza iniziale in cui tu e il tuo consulente Fiscozen capirete insieme come impostare l’attività, quale codice ATECO scegliere e di quale regime usufruire;
- la compilazione e la consegna di tutta la modulistica necessaria;
- tutte le marche da bollo;
- l’iscrizione iniziale e per il primo anno di attività alla Camera di Commercio.
Codice ATECO Agricoltura
Le attività agricole possono avere diversi codici ATECO [1]:
- I codici che iniziano con 01 indicano tutte le attività relative a coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi. Questa sezione include anche allevamento, riproduzione delle piante (ad esempio un vivaio), le attività di supporto all’agricoltura (preparazione dei terreni, semina eccetera) e successive alla raccolta (pulitura, cernita eccetera). Il coefficiente di redditività è del 67%.
- La sezione con il codice 02 riguarda le attività di silvicoltura e utilizzo delle aree forestali. Il coefficiente di redditività è del 67%.
- I codici 03 sono relativi a pesca e acquacoltura e servizi connessi, ad esempio la lavorazione del pesce.
- La sezione 10 include tutte le attività di lavorazione e conservazione degli alimenti, sia di origine vegetale che animale, inclusa la produzione di alimenti per animali: conserve, insaccati, scatolame, formaggi, farine eccetera. Il coefficiente di redditività è del 67%.
- I codici che iniziano per 46.2, 46.3, 47.1 e 47.2 sono relativi alla commercializzazione all’ingrosso o al dettaglio di materie prime agricole, animali e beni alimentari. Il coefficiente di redditività è del 40% per tutti i codici 46 e 47.
- Per gli agriturismi ci sono il codice 56.10.12 per le attività di ristorazione connesse alle aziende agricole, e il codice 55.20.52, specifico per le attività di alloggio connesse alle aziende agricole. Per entrambe, il coefficiente di redditività è del 40%.
Come vedi, trovare il codice ATECO che più rispecchia l’indirizzo che vuoi dare alla tua attività è difficile. Ma è anche indispensabile, perché in base al codice ATECO di appartenenza variano le eventuali agevolazioni previste per legge.
Per questo consiglio sempre di rivolgersi a dei professionisti per aprire partita IVA, e in particolare a Fiscozen.
Regime per aprire partita IVA agricola: quante tasse paga una P.IVA Agricola?
Anche nel caso dei regimi fiscali, per aprire una partita IVA agricola hai diverse opzioni da valutare, anche perché gli agricoltori possono avvalersi di varie agevolazioni e di regimi IVA speciali: ecco perché è importante affidarti a un professionista che conosca bene le leggi in materia.
Ecco in sintesi quali sono i regimi IVA che è possibile utilizzare.
Regime ordinario
La partita IVA ordinaria prevede una serie di obblighi come la registrazione delle fatture, gli studi di settore eccetera. Permette di scaricare le spese sostenute per l’attività, dunque le tasse e i contributi verranno pagati sul reddito al netto delle spese.
Tasse e contributi da pagare sono:
- l’IVA su ogni fattura: per i prodotti agricoli, l’IVA è variabile e va dal 4% al 22% a seconda del prodotto o servizio commercializzato;
- i contributi pensionistici, pari al 26,23% dell’imponibile al netto delle spese documentate per l’attività;
- l’IRPEF a scaglioni a fine anno, anch’esso calcolato sul reddito al netto delle spese.
Un esempio: la tua azienda agricola ha fatturato 150.000€, di cui 50.000€ sono spese documentate sostenute dall’attività (acquisto di materiali, mezzi eccetera). Il netto corrisponde a 100.000€, su cui dovrai pagare:
- 26.230€ di contributi pensionistici (il 26,23%);
- tasse annuali pari a 36.290€, ottenuti con questi scaglioni:
- il 23% su redditi fino a 15.000€, cioè 3450€;
- il 25% sui redditi compresi tra 15.000€ e 28.000€, cioè 3640€;
- il 35% sui redditi tra 28.000€ e 50.000€, quindi 7.700€;
- il 43% sui redditi superiori a 50.000€, quindi 21.500€.
In totale, quindi, dovrai pagare 62.520€ annui tra tasse e contributi, più l’iscrizione annuale alla Camera di Commercio e l’imposta catastale sul terreno, per cui però è prevista una riduzione per gli agricoltori.
Trovi maggiori informazioni nell’articolo che ho scritto sui costi della partita IVA.
Regime di esonero per partita IVA agricola
Il regime di esonero è dedicato agli imprenditori agricoli:
- che si occupano di coltivazione del fondo, allevamento con mangimi ottenibili per almeno un quarto dai terreni, silvicoltura e attività connesse [Tabella A, parte I: 2];
- con un volume d’affari annuo inferiore ai 7000€;
- il cui reddito è costituito per almeno due terzi dalla cessione di prodotti agricoli.
In questo caso, è previsto un esonero totale da qualunque adempimento ai fini IVA: presentazione della dichiarazione IVA, IRAP, emissione di scontrini o ricevute per la vendita a privati, iscrizione al registro delle imprese.
Sono esclusi da questo regime gli agriturismi e l’allevamento di animali oltre il reddito agrario.
Regime speciale per partita IVA agricola
Il regime speciale è una sorta di forfettario specifico per gli agricoltori, e prevede una detrazione dell’IVA calcolata in base a una percentuale di compensazione sul reddito, che però deve essere costituito solo dalla cessione dei prodotti agricoli.
Le percentuali di compensazioni cambiano a seconda del prodotto agricolo:
Legno rozzo, sughero naturale ecc | 2% |
Prodotti derivati da pesca e acquacoltura | 4% |
Latte fresco pastorizzato o trattato | 4% |
Agrumi | 4% |
Legno da ardere | 6% |
Ovini, capre, conigli e lepri, cavalli, asini, muli, api | 7,3% |
Pollame e volatili, anche vivi | 7,5% |
Bovini vivi | 7,65% |
Suini vivi | 7,95% |
Carne e frattaglie, anche lavorate | 8,3% |
uova, miele, cera d’api, lana eccetera | 8,8% |
latte fresco | 10% |
vino | 12,5% |
Facciamo un esempio: un produttore di miele in regime speciale cede il suo miele a un rivenditore, per un importo pari a 1000€. L’IVA applicata al miele è del 10%, quindi pari a 100€. È però prevista una percentuale di compensazione dell’8,8%, quindi pari a 88€. L’IVA dovuta su quella fattura, quindi, sarà pari a 100€-88€=12€.
Oltre all’IVA, andranno pagati i contributi a fini pensionistici pari sempre al 26,23% e l’IRPEF scaglionato, come ti spiegavo nella parte relativa ai regimi ordinari.
Agevolazioni per la partita IVA agricola
Le partite IVA agricole possono usufruire di varie agevolazioni, ad esempio:
- il regime fiscale di esonero o speciale;
- la riduzione dell’imposta catastale all’1% fisso per l’acquisto di terreni;
- l’accesso a vari finanziamenti;
- la rivalutazione fiscale dei redditi fondiari al 5%;
- la riduzione del 50% dell’imposta ipotecaria.